Cronaca
8 Giugno 2013
La Corte d’Assise d’appello di Bologna ha confermato le condanne per Pistroescu e Benazzo

Torturarono e bruciarono viva Paula, due ergastoli

di Marco Zavagli | 2 min

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admin-ajax.phpLa Corte d’Assise d’appello di Bologna ha confermato l’ergastolo per Gianina Pistroescu e Sergio Benazzo, imputati dell’omicidio della 19enne Paula Burci. I due imputati erano stati condannati in primo grado della Corte d’Assise di Ferrara lo scorso 17 luglio. Ora, nonostante il ricorso delle difese, al quale si sono opposte in giudizio le parti civili, ossia i genitori e i tre fratelli di Paula (rimasti in Romania e assistiti in giudizio dall’avvocato Paolo Palleschi del foro di Roma e Alessandro Gabellone di Ferrara) e il procuratore generale Longo, la condanna a “fine pena mai” è stata confermata.

Era il 21 marzo del 2008 quando un corpo carbonizzato venne ritrovato da alcuni ragazzi a spasso con i propri cani nella zona golenale di Zocca di Ro. Ci vorrà del tempo prima di dare un nome e un volto a quelle spoglie. Ci vorranno tre anni di indagini prima di mettere le manette ai polsi ai sospettati numeri uno dell’omicidio. Le forze dell’ordine arrestano nella sua casa di Villadose di Rovigo Sergio Benazzo, idraulico di 38 anni. Gianina Pistroescu, rumena di 40 anni, viene raggiunta dall’ordine di esecuzione a Craiova, in Romania, dove è detenuta per una condanna a 5 anni per sfruttamento della prostituzione.

Paula venne portata in Italia dal cugino con la promessa di un posto come colf. La giovane, dopo un breve soggiorno in un albergo di Ferrara, venne ospitata insieme a Gianina in casa di Benazzo. E da ogni sera veniva portata sulla strada. Il complice incassava per il disturbo 180 euro al mese di affitto e 20 euro per ogni tragitto.

Paula Burci

Paula Burci

A un certo punto Paula viene ceduta a un gruppo di malavitosi di una città vicina e finisce a lavorare in una locanda in provincia di Rovigo. Da qui fugge e torna a Villadose. I suoi aguzzini però la raggiunsero e allora iniziò il massacro. La massacrarono in quattro o cinque a colpi di martello, forcone, calci e pugni. Paula perse conoscenza e la portarono al margine di un bosco. Nonostante respirasse ancora, come testimoniò in videoconferenza la compagna di cella della Pistroescu detenuta in Romania, la bruciarono viva e coprirono i resti carbonizzati con un tronco.

Erano i giorni successivi al 16 febbraio, quando di Paula ormai si erano perse le tracce. Il cadavere verrà ritrovato il giorno di Pasquetta del 24 marzo 2008. Del corpo della ragazza era rimasto intatto poco più di un’unghia. Da quel lembo i carabinieri del Ris e la squadra mobile di Ferrara riuscirono a estrarre il dna e dare prima un volto e poi un nome a quei miseri resti.

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